Il suo bacio

24 02 2009

– Guardami.
– …
– Per favore, guardami.
– Perché? Cos’è che devo guardare?
– Ti prego, solo per un attimo, cerca di guardare me; nessun’altro.
– Io… non posso…
– Se tu non vuoi guardare i miei occhi, allora lasciami almeno sprofondare nei tuoi.
– Non devi…
– Devo, o niente avrà alcun senso.
– Perché?
– Non chiedermelo. Tu hai già capito tutto. Perché vuoi avere una conferma?
– Non dovresti rispondere ad una domanda con un’altra domanda. Questo tu lo dici sempre.
– Eheheh… hai ragione. Devo, devo farlo. Devo parlarti con solo i tuoi occhi dinanzi a me. Probabilmente tutto quello che ho fatto sinora era soltanto per distogliere l’attenzione da qualcosa di molto più grande.
– Cosa?
– Cosa… che ti guardo e ti cerco oltre tutte le situazioni che ci circondano.
– Io non posso farlo. Lo sai.
– … non puoi o non vuoi?
– Non lo so.
– Io, invece, lo so. Perfettamente. So che nella mia esistenza c’è bisogno di te e…
– Ti prego, ora sono io a fermarti e supplicarti, smettila…
– Non posso. Tutto ciò che ti è vicino, è vicino anche a me. Sono una minuscola, infinitesimale parte di te… ma ho bisogno di molto di più.
– Le ragioni sono diverse…
– Quali? Spiegamele! Cerco di entrare nella tua testa ma non posso se tu non me ne dai l’occasione.
– La ragione è che…
– Aspetta! Te la spiego io la ragione! Sai quando una persona aspetta qualcosa nel corso della giornata? Ma anche nel corso della vita, non ha importanza. Quella persona è nervosa e aspetta trepidante il fatidico momento d’uno sguardo perso o d’una parola gettata al vento. Così come un’altra persona ha bisogno di ossigeno, questa persona ha bisogno di queste minuscole cose e non può…
– Certo che può! Non ti rendi minimamente conto di ciò che dici!
– Come puoi dirlo? Io credo che nelle piccole cose si nascondano infinite emozioni. Non si può spegnerle come una lampadina in una stanza… forse nemmeno come una stella in una galassia. Non si può e basta.
– … io non posso guardarti come vorresti tu.
– Allora non farlo. Lascia che mi perda io.
– Ma che senso avrebbe!?
– Il senso che tu lasci andar via è il senso di tutto.
– Lo so…
– Ne ero sicuro.

Non lasciare che i tuoi occhi si bagnino ora. I miei trattengono lacrime da tempo immemore.
– Non ce la faccio.
– La senti la mia mano sulla guancia?
– Certo…
– Forse ora farà qualcosa che avrebbe dovuto fare tempo fa.
– Cosa…?
– Ora la mia mano ti avvicinerà a me. E poi ti bacerò. Vedro la tua smorfia di tristezza arrendersi e forse, solo per un attimo il tuo respiro respirerà con me. Respirarai di me ed io di te.

Dopo il bacio la quiete addormentò il mondo e lei con lui. Dopo un istante, la mano involontariamente scivolò via dalla sua guancia, mentre il suo volto scappò via. Si voltò solo per un attimo e la vide sorridere. Un sorriso di quiete e sollievo che lo abbracciò con folate di vento gelido. Rimase immobile a guardarla nella corsa. Quando la sua stessa lacrima offuscò quella perfetta visione anche lui si voltò. Si toccò le labbra e sorrise. Lei fece lo stesso. Il primo passo scandì il suo e s’allontanarono ad uguale velocità proprio quando il mondo udì lo scoppio di due cuori e ricominciò anch’esso a percorrere la sua lunga strada verso la felicità.


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