Sogni e sogni,
di irrealizzati spazi
su petali di rose
posati sul nulla.
Si muovon le labbra
al respiro del vento,
sussurando e articolando
versi e parole insensate.
Ricordo quando scrissi,
poggiato su spine taglienti
che strappavano la pelle
dai pensieri più profondi.
Sangue e parole,
parole e sangue,
sgorgavano libere dalla fonte,
nera, e più accesa del sole.
Un calore etereo che m’abbraccia,
poi, la mano che la cerca.
Si posa sempre più vicina
con la paura di toccarla.
M’assorbono i suoi occhi,
non rivolti verso me,
e il docile profilo
che si nasconde tra fumi e nebbia.
Nella stessa turbine di raggi
mi tocca un fluido:
aura fredda e fonte di sollievo,
di pensieri nascosti e sogni.
Quando per colpirla, la sfioro,
anima e corpo si fermano.
Osservando increduli,
l’interminabile spazio tra terra e sogno
tra il sogno e il reale,
e
tra il presente e la paura del futuro.
Lascia un commento